Il Bordeaux ha guidato ancora una volta il mercato secondario la scorsa settimana, con una quota del 30,0% del valore scambiato, anche se in calo rispetto al 37,1% della scorsa settimana. Le annate 2022 continuano a segnare il passo per la regione, con una buona domanda anche per le annate 2021 e 2016.
La Borgogna segue al secondo posto con una quota del 18,9%, trainata da una forte attività nei casi dell'assortimento Domaine de la Romanée-Conti, mentre Domaine Leflaive e Domaine Leroy sono anch'essi protagonisti.
Gli Stati Uniti si sono piazzati al terzo posto con il 14,0% del valore scambiato, con Screaming Eagle che ha dominato l'attività della regione. La Toscana e il Piemonte hanno totalizzato il 14,3%, guidati da Ornellaia, Masseto e Sassicaia, mentre Roagna ha rappresentato il Piemonte.
Lo Champagne ha conquistato l'11,7% del mercato, grazie a Cristal 2015, 2008 e 2014, mentre la quota spagnola del 4,5% è stata quasi interamente attribuita a Vega Sicilia, in particolare ai vini di punta Unico 2015 e Alion 2019.
Sul fronte degli acquirenti, l'attività del Regno Unito è stata la più intensa, favorita dalla tradizionale tranquillità del mese di agosto in Europa. Gli acquirenti asiatici hanno assorbito il 19,3% del valore, con una distribuzione equilibrata tra DRC, Lafite e Screaming Eagle.
Gli acquirenti statunitensi sono rimasti cauti nonostante le tariffe si siano assestate al 15%, concentrando la maggior parte dei loro scambi in Borgogna (27,3%), Bordeaux (16,0%) e Toscana (15,6%).
Per quanto riguarda i vini di punta della settimana, Vega Sicilia Unico 2015 ha conquistato la corona, passando di mano in mano con buoni volumi. Segue il Cristal 2015, la cui domanda è ora pari a quella del 2013.
Il Cabernet Sauvignon Oakville di Screaming Eagle delle annate 2020, 2017 e 2019 è stato ilterzo,quinto esesto vino più venduto.
Individuata per la prima volta la fillossera nelle Isole Canarie
Le Isole Canarie hanno registrato i primi casi di fillossera, con focolai confermati in due diverse località di Tenerife. La scoperta ha stupito la comunità vinicola dell'arcipelago, dove i produttori hanno a lungo apprezzato il loro raro patrimonio di vecchie viti non innestate, molte delle quali piantate secoli fa.
L'8 agosto si è tenuta a Tenerife una riunione d'emergenza per coordinare una risposta rapida, che comprende l'isolamento dei siti colpiti, la prevenzione di un'ulteriore diffusione e l'invito a tutti i coltivatori a monitorare attentamente i propri vigneti. Finora le Canarie erano una delle poche regioni viticole al mondo non toccate dal parassita, un insetto che si nutre di radici e foglie della vite, causando danni fatali alle piante di vitis vinifera. Non esiste una cura, un controllo chimico o una mitigazione efficace una volta che la fillossera ha preso piede.
L'unica difesa a lungo termine consiste nell'innestare le viti di vitis vinifera su portainnesti americani, che hanno sviluppato una resistenza naturale al parassita. Questa pratica è obbligatoria nella maggior parte delle regioni vinicole del mondo, ma è rara nelle Canarie, dove la maggior parte delle viti è piantata sulle proprie radici, lasciandole altamente vulnerabili.
I produttori locali ritengono che il focolaio abbia avuto origine quando un residente ha piantato viti infette nel proprio giardino, da cui il parassita si è diffuso in un vigneto abbandonato a Valle de Guerra, confermato il1° agosto. Un secondo caso sospetto è emerso la scorsa settimana a La Matanza de Acentejo, sempre nel nord di Tenerife. La situazione è ora strettamente monitorata, con sforzi di contenimento in corso per proteggere uno dei patrimoni viticoli più caratteristici del mondo.