Geopolitica, politica monetaria e reazioni dei mercati
La settimana in rassegna
Questa settimana è stata caratterizzata da un mix di escalation geopolitiche e segnali di politica monetaria, con la pubblicazione di dati economici e sviluppi diplomatici che hanno influenzato i mercati da Londra a Pechino. Ecco una panoramica completa di ciò che ha movimentato il mondo questa settimana.
Regno Unito: Crescita, germogli verdi e tensioni politiche
L'economia del Regno Unito ha mostrato segni di tenuta, con gli ultimi dati sul PIL che hanno rivelato una crescita dello 0,4% nel 1° trimestre 2025, sorprendendo gli analisti e favorendo leggermente la sterlina. Sebbene l'inflazione rimanga al di sopra dell'obiettivo del 2% fissato dalla BoE, il recente taglio di 25 pb del tasso di base al 4,75% sembra fornire sostegno sia alle imprese che ai consumatori.
Tuttavia, l'instabilità politica è riemersa quando le divisioni sulla divergenza normativa post-Brexit hanno creato nuove tensioni all'interno del Partito Conservatore, alimentando le speculazioni su un possibile rimpasto di governo prima dell'estate.
Il FTSE 100 ha chiuso la settimana in rialzo dello 0,8%, trainato dai guadagni dei titoli immobiliari e bancari.
Stati Uniti: Inflazione mista, i mercati guardano alla Fed
Negli Stati Uniti, l'ultima stampa dell'IPC ha mostrato un aumento su base annua del 3,3%, in calo rispetto al 3,5% del mese scorso, offrendo un cauto ottimismo sul fatto che le pressioni inflazionistiche stiano lentamente diminuendo. Anche l'inflazione di fondo è scesa leggermente.
Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha mantenuto una posizione da falco, affermando che l'inflazione si sta attenuando, ma non è ancora sufficiente a giustificare un taglio immediato dei tassi. I mercati stanno valutando un potenziale taglio per settembre, anche se i futures rimangono volatili.
Gli utili del settore tecnologico hanno continuato a guidare i guadagni, con Nvidia e Alphabet che hanno sovraperformato. L'S&P 500 ha chiuso in rialzo dell'1,2%, il terzo rialzo settimanale consecutivo.
Sul fronte geopolitico, i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina sono ripresi tranquillamente a Ginevra, anche se non sono stati segnalati passi avanti. La Cina è stata accusata di aver inviato rappresentanti minori senza la capacità di concordare alcun termine durante l'incontro.
Europa: La BCE resta ferma, la divergenza di crescita si allarga
La Banca Centrale Europea (BCE) ha mantenuto i tassi al 4,0% questa settimana, ma ha accennato a un possibile taglio a giugno, citando l'allentamento dell'inflazione e il rallentamento della crescita del credito. Il Presidente della BCE Christine Lagarde ha dichiarato che il consiglio direttivo è "sempre più fiducioso" che la disinflazione stia prendendo piede.
La Germania ha registrato una produzione industriale piatta, mentre la Francia ha registrato una spesa per i consumi migliore del previsto, evidenziando la continua divergenza dei percorsi di ripresa nel blocco.
L'Euro Stoxx 50 ha guadagnato lo 0,6%, anche se i titoli italiani sono stati messi sotto pressione dalle nuove preoccupazioni sul deficit.
Asia: La Cina guarda agli stimoli e il Giappone delude sul PIL
Il Politburo cinese ha segnalato un nuovo sostegno all'economia, provocando una ripresa dei titoli azionari cinesi. Sebbene non siano state annunciate misure di stimolo specifiche, si prevede un pacchetto di politiche incentrato sulle infrastrutture e sull'edilizia abitativa.
Nel frattempo, l'economia giapponese si è contratta dello 0,3% nel 1° trimestre, a causa dell'indebolimento delle esportazioni e della spesa dei consumatori. Lo yen è sceso a un nuovo minimo di 34 anni rispetto al dollaro, aumentando le speculazioni su un possibile intervento della Banca del Giappone. Questa mattina, il Giappone ha dichiarato che si asterrà dall'accettare qualsiasi accordo commerciale con gli Stati Uniti fino a quando non saranno raggiunti termini migliori.
Durante gli incontri di alto profilo di questa settimana in Arabia Saudita, il presidente Donald Trump e il principe ereditario Mohammed bin Salman hanno annunciato un sostanzioso impegno di investimento saudita negli Stati Uniti per 600 miliardi di dollari, che comprende settori come la difesa, l'intelligenza artificiale e le infrastrutture. Una componente significativa di questo pacchetto è rappresentata da un accordo di vendita di armi per 142 miliardi di dollari, che segna il più grande accordo di vendita di difesa nella storia degli Stati Uniti.
In un notevole sviluppo diplomatico, il Presidente Trump ha dichiarato la revoca di tutte le sanzioni statunitensi sulla Siria, a seguito di un incontro con il Presidente siriano Ahmed al-Sharaa. Questa mossa mira a sostenere gli sforzi di ricostruzione della Siria e a incoraggiare la stabilità regionale.
Il vertice si è inoltre concentrato sul rafforzamento del partenariato strategico tra i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG) e gli Stati Uniti, sottolineando l'azione collettiva per sostenere la sicurezza regionale e lo sviluppo economico.
Questa settimana, durante un forum d'affari a Doha, l'ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che l'India ha offerto di eliminare le tariffe sui beni americani nell'ambito dei negoziati commerciali in corso. Trump ha dichiarato: "L'India ci ha offerto un accordo in cui fondamentalmente è disposta a non farci pagare letteralmente nessuna tariffa", suggerendo un cambiamento significativo nella politica commerciale dell'India. Tuttavia, il Ministro degli Affari Esteri indiano S. Jaishankar ha smentito questa affermazione, sottolineando che le discussioni stanno procedendo, ma non sono stati raggiunti accordi definitivi. Ha osservato: "Nulla è deciso finché non lo è tutto", sottolineando la complessità dei negoziati e la necessità di ottenere vantaggi reciproci.
La tensione rimane alta nel Mar Cinese Meridionale, con le esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Filippine che proseguono per tutta la settimana.
Petrolio: Prezzi stabili nonostante i rischi geopolitici
I prezzi del petrolio sono rimasti relativamente stabili questa settimana, con il Brent a 83,50 dollari e il WTI a 79,90 dollari. Nonostante le continue tensioni geopolitiche in Medio Oriente e nel Mar Cinese Meridionale, le previsioni sull'offerta sono rimaste invariate, contribuendo ad ancorare i prezzi.
L'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) ha rivisto marginalmente al ribasso le previsioni sulla domanda globale, citando un'attività industriale più debole del previsto.
Nel frattempo, i funzionari dell'OPEC+ hanno accennato al mantenimento dei livelli di produzione durante la prossima riunione di giugno, smorzando le speculazioni sui tagli alla produzione.
Oro: In leggera ritirata in mezzo al sentimento di rischio
I prezzi dell'oro sono scesi dello 0,9% in settimana, ritirandosi dai recenti massimi, mentre gli investitori si sono orientati verso le azioni in un contesto di miglioramento del sentimento macroeconomico.
Il prezzo dell'oro a pronti ha chiuso a 2.328 $/oz, mentre l'argento è rimasto stabile, sostenuto dall'aumento della domanda industriale in Asia.
Tuttavia, l'incertezza geopolitica - in particolare nell'Europa dell'Est e nello Stretto di Taiwan - continua a dare all'oro un solido pavimento, con gli operatori che tengono d'occhio i punti critici globali.
Conclusione
Questa settimana ha messo in evidenza il delicato equilibrio che le banche centrali stanno cercando di raggiungere tra il sostegno alla crescita e il contenimento dell'inflazione, mentre i focolai geopolitici continuano a influenzare il sentimento degli investitori. Con le decisioni delle banche centrali che si profilano a giugno e i negoziati in corso a livello globale, i mercati rimangono in una posizione vigile ma cautamente ottimista.